Brittany Non Si Ferma Più è una commedia americana uscita su Amazon Prime Video che racconta la storia (vera) di una donna sovrappeso che decide di cambiare la sua vita correndo la maratona di New York.
È un classico film di trasformazione prima e dopo che ha lo scopo di ispirare o motivare le persone a raggiungere i loro obiettivi. Ed effettivamente leggere, guardare e condividere le storie di successo può ispirare le persone a fare dei cambiamenti nella loro vita.
Questa tipologia di approccio d’altronde esiste da sempre: lo trovate nelle riviste sotto forma di consigli delle celebrità. Nelle pubblicità dei prodotti. Nei reality show, negli hashtag e ovviamente anche in film come questi.
Il problema però è che continuiamo a condividere sempre la stessa storia.
Si può essere corridori e grassi
Ciò che hanno in comune infatti tutte queste cose è l’idea che se segui la stessa cosa che fa quella persona otterrai lo stesso risultato. Ossia una vita e un corpo perfetti.
La storia che viene raccontata quindi è che il grasso è un ostacolo da superare per raggiungere degli obiettivi di gloria, come ad esempio nella corsa. Perchè inizi grasso, lento, sudato e senza fiato e diventi una macchina da corsa solo se diventi snello e radioso.
Questo film continua a raccontare quindi la storia che non si possa essere ad esempio un corridore e grasso. E questo fa si che ogni corridore grasso continui a vivere delle esperienze di vergogna, di esclusione solo perché sta osando occupare un post in uno sport che è “per magri”.
Se cominciassimo invece a raccontare storie diverse su come ci si sente ad essere un corridore in corpi di ogni tipo, potremmo aprire nuove possibilità di ispirazione. Come l’aspirazione a correre una maratona senza pensare che ci debba essere per forza un prima e un dopo o un cambiamento del corpo per farlo. Non è il proprio corpo ad essere cattivo: i cattivi sono gli stereotipi e i pregiudizi che fanno credere che l’obiettivo finale della corsa debba essere per forza la trasformazione fisica.
Movimento = dimagrimento?
In tal senso il film diffonde anche la cattiva idea che la necessità del movimento parta dal tentativo maniacale di dover dimagrire nel più breve tempo possibile, limitando anche il cibo. E questa è una cosa che non può funzionare.
Le persone che cominciano un percorso nella corsa riescono a tenere salda a sè quest’abitudine non perché pensano che serva a dimagrire, ma perchè gli piace, gli piace come li fa sentire, gli piace come gli chiarisce la mente. Sono persone che non pensano al movimento come una forma di punizione o come un modo per trasformare il loro corpo con pochi soldi. Altrimenti lo odierebbero e mollerebbero poco dopo.
L’essere grassi non è un punto di partenza ma uno stato d’essere. Esiste un’intera comunità di corridori grassi e orgogliosi. Persone che corrono la 5K, le mezze maratone o le maratone complete. E sono persone che non corrono per dimostrare qualcosa a qualcuno. Che non corrono per riparare qualcosa su se stessi – anche se il mondo continua a trattarli come se dovessero farlo.
Il loro corpo è così e non devono dimagrire per guadagnare amore, rispetto e umanità e un posto in uno sport che gli piace tantissimo.