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Body Confidence: quando smettiamo di correggere il nostro corpo, anche gli altri trovano conforto in loro stessi

Evitiamo di correggere il nostro corpo proprio come evitiamo di correggere tante altre cose di noi stessi perché semplicemente frutto di come siamo

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Giudicarci col fine di correggere il nostro corpo è qualcosa che viene facile, ma che spesso è anche contraddittorio. Abbiamo paura di cosa la gente pensi se siamo a nostro agio con la nudità, ma non vogliamo neanche negarci la libertà di vivere la nostra sessualità in maniera piena e libera. Sentiamo di non voler essere troppo magri per evitare di sentirci dire che “dobbiamo mangiare”, ma essere grassi significherebbe doverci sorbire tanti giudizi crudeli sulla nostra salute.

Queste continue contraddizioni ci portano a sentire ancora più forte la pressione per soddisfare uno status quo che in realtà neanche capiamo bene. Per questo arriviamo a costruire nuovi standard sul corpo, tutti nostri, basati sempre sul controllo e mai sulla libertà.

Ci creiamo un’idea personale di corpo basandoci su quelle persone che, secondo noi, sono degne di ricevere attenzione. E ambiamo a quelle perché è l’unico modo che conosciamo per riprendere il controllo su noi stessi. Vediamo nell’idea di corpo imperfetto l’idea del rifiuto e siamo disposti a correggere i nostri corpi affinché questo non avvenga.

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Come smettere di correggere il nostro corpo

Eppure se evitassimo di correggere i nostri corpi, proprio come evitiamo di correggere tante altre cose di noi stessi perché semplicemente frutto di come siamo, incoraggeremmo anche gli altri a non giudicare come sbagliati i corpi. Perché è proprio la normalità dei nostri corpi a diffondere una visione più inclusiva della bellezza, dell’attrazione e della sessualità. E quando finalmente smettiamo di fuggire dai nostri corpi, anche gli altri trovano conforto in loro stessi e cominciamo semplicemente a vivere liberamente la loro affettività e sessualità.

In fondo se dovessimo vivere la nostra vita in conformità a tutti gli ideali che ci propinano, rimarremo perennemente chiusi in casa! Quanto sarebbe bello invece se cercassimo di concentrarci sull’idea che siamo più di un corpo e che il nostro valore, la nostra felicità, la nostra salute e il nostro potere non hanno nulla a che fare con il modo in cui appariamo?

Meritiamo di vivere, di fare e di essere preoccupandoci di come appariamo se ne abbiamo voglia, non perché dobbiamo. E questo è utile non solo a noi, ma anche agli altri. Perché ricordando a noi stessi che siamo più di un corpo, e che possiamo vivere lo stesso, smetteremo di vedere anche gli altri come corpi che andrebbero corretti. Viviamo tutti e tutte in questo mondo così crudele e disumanizzante che la cosa migliore da fare è sollevarci a vicenda e sostenerci l’un l’altro ambendo ad una consapevolezza della nostra autenticità.

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