Molti credono che accettare un corpo grasso sia come una dieta al contrario, in cui le persone perdono il controllo di sè, aumentano di peso, glorificano le proprie malattie e vivo uno stile di vita “al limite”.
Ma se non accettiamo che il nostro corpo o quello degli altri possa essere diverso, non sfideremmo mai gli atteggiamenti che portano le persone con corpi non conformi ad essere emarginate, stigmatizzate ed escluse. Non cominceremo mai a rispettarli e trattali con dignità. Continueremmo ancora a creare gerarchie, in cui certi corpi sono “naturalmente” più belli di altri.
Perché quindi è importante che la bellezza sia il più inclusiva possibile? Non perché tutti dobbiamo vincere una corona e una fascia. Ma perché una bellezza inclusiva educa al diritto di esistere senza dover modificare chi sei.
Cosa è la bellezza inclusiva?
Per una donna nera, avere i suoi capelli naturali percepiti come belli significa che i suoi riccioli non sono un’indicazione del suo essere poco professionale. Per una persona grassa, vedere i suoi rotoli di pancia come belli significa non dover dimostrare al suo datore di lavoro di non essere pigra o senza autocontrollo. Quando le rughe di una persona anziana vengono viste come belle, significa che viene considerata come un essere umano completo: sessualmente, emozionalmente, intellettualmente.
Guardare la bellezza con altri occhi non è quindi una questione di gusto: è una questione di dignità. Per questo dovremmo educarci alle più svariate forme e dimensioni di corpo. Perché così potremmo permettere alle persone di guardarsi in modo diverso, più positivo. E questo potrebbe aiutare a vivere meglio il proprio corpo. Ma in questo modo ci sarà anche un bilanciamento che permetterà al mondo di non essere più saturo di un solo tipo di corpo. E questo potrà evitare tanti pregiudizi, non solo verso il peso, ma anche verso l’etnia, l’abilità, l’età e la sessualità.