Tutti dicono di odiare le etichette. Ma tutti hanno la necessità di categorizzare il mondo. Aristotele diceva che le categorie raccolgono tutte le qualità primarie e secondarie dell’essere. E non si sbagliava: chiamare un cane come tale non è un modo per etichettarlo, ma per identificarlo. Diverso è invece lo stereotipo: dire che un cane ha la coda non è corretto, perchè molti non la hanno ma sono cani ugualmente!
Traslare questo concetto nella moda è ancora più semplice: la moda si nutre di categorie. E molto spesso anche di stereotipi. Ed è con questo spirito che nasce dICTONARY project, una linea di magliette che prende spunto dalle parole più comuni della moda (dandy, hipster, radical chic), e le racconta cercando di eliminare la confusione e la perplessità che a volte questi termini si portano dietro. Le tshirt sono 100% cotone e realizzate con stampa digitale, un modello che si ispira alle t-shirt vintage americane.
Vista la semplicità della stampa, ho deciso di creare un outfit monocromatico che facesse risaltare la t-shirt. Ho quindi usato un denim nero di April77, un cardigan di Zara e il berretto di Boy London. Unico pezzo eccentrico le Dr Martens Maychild, un paio di stivali che rende omaggio all’ individualismo tipico del punk con schizzi di graffiti, borchie quadrate e rotonde.
I was wearing
Tshirt: dICTIONARY project
Cardigan: ZARA
Pants: APRIL77
Boots: DR MARTENS
Cap: BOY LONDON
photo by Giacinto Mozzetta