Cena al Finisterrae
Il mio soggiorno a Firenze comincia di domenica. Firenze nel periodo Pitti è praticamente full e per la prima volta mi sono affidato ad Airbnb in cerca di una casa, visto che in questa avventura avrò la compagnia del mio fedele fotografo Giacinto Mozzetta. Purtroppo la scelta non è stata delle migliori: la casa non era come me l’aspettavo. Ma questi sono i tipici errori di chi utilizza un servizio online per la prima volta. Come quando compri la prima maglietta su ASOS e la taglia è completamente sballata! Nonostante ciò, mi vesto di tutto punto e mi avvio verso Piazza S. Croce. Lì mi aspettano Camilla di Pailettes&Champagne insieme a Lucia di LegallyChic e, con il suo solito ritardo, Alessandro di The Fashion Commentator (ed altri amici) per una cena al ristorante Finisterrae. Veniamo accolti in una sala appartata, piccola e ben arredata. Ho potuto gustare la Degustazione del Mediterraneo, un antipasto con una millefoglie salata buonissima e una serie di salse da spalmare sulla focaccia (come disse Alessandro “io vivrei solo di queste salse!”). Come primo piatto ho scelto i Tortelli di patate con porri, fili di prosciutto e scaglie di parmigiano. Davvero ottimi. E per finire una selezione di pasticceria (il ristorante è anche pasticceria siciliana). Tra vini e nuove conoscenze, con una pioggia incessante, arriva il momento di raggiungere il Party di LuisaViaRoma.
Firenze4Ever LuisaViaRoma Party
Taxi e si parte verso l’ex Manifattura Tabacchi dove ci aspettava il party di LuisaViaRoma. A me l’invito era arrivato in tempo. Ma per chi non lo avesse ricevuto a casa, come l’anno scorso, c’era il botteghino per gli accrediti. A quanto pare, però, il botteghino aveva un orario di chiusura. Nonostante questo, e mostrando gentilmente la mail ricevuta di conferma dell’accredito ad una P.R., riusciamo ad entrare. L’enorme androne, ricoperto dalle stampe dedicato al tema brasiliano di quest’anno, introduceva il grande spiazzo centrale, in cui erano presenti i bar e il tendone in cui si sarebbe svolto il concerto di Cris Cab. Concerto che per me è andato un po’ in sordina, visto che sono stato impegnato a vedere, ri-vedere o conoscere tutti coloro che in questi anni di blogging ho letto online. Solo quando il concerto è finito ed è cominciato il dj-set ci siamo spostati in pista per ballare. Con un tasso alcolico decisamente alto.
Ah, giusto. Il dress code di quest’anno, per chi non lo sapesse, era Blue City. Ovviamente, più facile dell’etno-morfico dello scorso anno, ma ugualmente ansioso. Per uno pignolo come me il blu è blu. Non è celeste. E poi ci sarebbe stato bene anche un altro colore? In fondo il tema non era Total Blue! Alla fine ho scelto il mio outfit: un blazer leggero blu con una tshirt blu a motivi “estivi” neri di Zara, un pantalone sui toni del marrone chiaro con stampa floreale di Reign e le stringate blu acceso di Otisopse. Ovviamente, al photocall non ho idea di dove stessi guardando. Quindi, dopo tutta ‘sta fatica, l’unica cosa che attira l’attenzione nella foto non è l’outfit ma la mia faccia da stralunato. E non avevo ancora bevuto.
Pitti Uomo 86, Giorno 1
Anche quest’anno ho deciso di concentrami sui primi due giorni di Pitti. La mattina, come molti, mi metto in coda per ritirare il pass. Dopo un po’ di attesa (credo che quest’anno ci fosse davvero molta più gente dello scorso!) entriamo finalmente in quello che per me è un appuntamento davvero emozionante. Per una persona curiosa come lo sono io, Pitti rappresenta il modo migliore per conoscere ciò che la moda maschile offre. A differenza delle fashion week, in cui il capo viene mostrato fugacemente e “da lontano”, una manifestazione di questo tipo permette di soffermarsi, di capire, di chiedere, di toccare. Tutti aspetti che, a mio parere, sono fondamentali, soprattutto per un blogger che non ha (ancora) il privilegio di poter fare la stessa cosa nei backstage delle sfilate. Se infatti è vero che un blogger, soprattutto se si occupa di outfit, deve scegliere ciò che indossa cercando di non ridursi ad una semplice “marchetta”, quale modo migliore se non quello di andare presso lo stand di un brand e capire se la loro storia, il loro gusto, il loro modo di creare i capi siano concordi con la propria idea di moda, con il proprio gusto e con le idee che si vogliono trasmettere attraverso un blog?
La mia prima tappa è stata presso Orobianco. Orobianco più che un brand è un vero e proprio lifestyle: in Oriente, dove ha il suo maggior successo, esiste una linea di abbigliamento, un caffè, persino dei vini che portano questo nome. I suoi fondatori, Giacomo Valentini e Barbara Fischer, cercano di rappresentare nel mondo il Made in Italy 100% e il concetto di lusso, inteso come attenzione per il design e i materiali. Grazie al programma #spazioaiblogger ho avuto modo di provare Planetforce, uno zaino da viaggio della linea Desertika di Orobianco. Durante la visita ho rilasciato una piccola intervista in cui ho potuto raccontare la mia esperienza con il loro prodotto.
La mia seconda tappa è stata invece presso Havana & Co., brand italiano sia casual che formale. La ricerca dei tessuti insieme alla sperimentazione creativa danno vita ad uno stile etnico riattualizzato. Nella collezione infatti era presente molto del floreale, ma con colori vivaci e stampe tono su tono, insieme a più classiche quadrettature e righe. I materiali erano molto leggeri, anche nel caso di giacche di neoprene che erano infatti mescolate con il cotone.
La mia ultima tappa è stato l’Attico del Padiglione Centrale dove ho potuto assistere alla premiazione di Who Is On Next?, il concorso dedicato alla ricerca di nuovi talenti – italiani o con base in Italia – nella moda maschile. In sala c’è stata una grande ovazione quando è stato consegnato il premio a Alberto Premi, un designer di 22 anni che ha sviluppato una collezione di calzature sperimetali grazie alla ricerca sulle suole e sui pellami. Anche quest’anno c’è stato un pari merito e il premio è stato condiviso con T. Lipop, inglese che ha mostrato una collezione completa e originale basata sulla ricerca nei materiali e nelle forme.
Una piccola pausa e poi via al party di presentazione di FlorenceStreets. FlorenceStreets è una guida che ha l’intento di rivalutare le zone di Firenze, cadute in disuso. Oltre ad essere cartacea, la guida è scaricabile su www.julialovesart.com, con approfondimenti e foto su ogni negozio e brand che ha aderito. Per il numero di lancio, la zona scelta era Via Giampaolo Orsini, ricca di negozi e boutique inesplorate, presso il Pugi Forno Bistrot. Il vernissage era a base di mini tartare di chianina (non so quante ne ho mangiate, buonissime!) e miniburger, oltre alle semisfere di verdure cruditè in pinzimonio e i veggiesandwich. Lì finalmente, più rilassati, ho potuto conoscere meglio tutti i blogger incontrati in questi anni nella mia avventura online!
Pitti Uomo 86, Giorno 2
L’indomani si ritorna di nuovo alla Fortezza dal Basso. Un solo giorno è praticamente impossibile per riuscire a visitare attentamente tutto ciò che la manifestazione offre. Stavolta sono riuscito ad incontrare gli amici di Mitchuum Industries, un marchio che si è consolidato negli anni ’80 sotto la direzione creativa di Daniele Tino e che nel 2000 ha visto l’ingresso di suo figlio Alex. La forte creatività di Alex ha permesso di stravolgere lo stile con uno spirito non-conformista, portando avanti l’idea “NON-BLACK”: colori vivaci e tessuti unici, sia per le texture che per le tecniche di stampa. Innovativa l’idea di usare tale filosofia, quest’anno, su giacche che si ispirano nella forme alle giacche da chef . L’effetto è di grande impatto.
Successivamente mi sono spostato nella zona “The Latest Fashion Buzz”, lo spazio Pitti dedicato ai più talentuosi fashion designer internazionali di moda maschile. In particolare ero stato avvisato dal mio amico Ernesto di dare un’occhiata ad Orange Culture, brand di ispirazione africana che quest’anno esponeva “l’imperfezione” delle scale di legno nigeriane in una collezione di 12 pezzi con tuniche oversize, pantaloni larghi, camicie trasparenti usando un mix di toni pastello e colori neutri. Bellissima la collezione e disponibilissimi i suoi creatori.
Una piccola sbirciatina da G-Star Raw per vedere la collezione curata da Pharrel Williams e finalmente riesco ad incontrare Pepo di Pil Associati che mi ha introdotto alle nuove collezioni di due brand che già avevo avuto modo di conoscere, Manuel Ritz e Brimarts. Il primo, dal sapore più classico, punta sulle stampe e sui dettagli dei suoi bottoni colorati che diventano anche in madreperla. Il secondo, incentrato sulle calzature, presenta delle bellissime stringate in rafia, molto leggere e dai colori vivaci.
In serata rush finale con l’evento Yes I Am. Per chi non fosse stato tormentato dai suoi creatori, Yes I Am è il progetto di Cristiano Rinaldi, in collaborazione con il fotografo Johan Anastasiadis, di cover per iPhone. Oggi il progetto si evolve e, oltre le cover, la nuova collezione prevede anche costumi da bagno che riprendono la medesima grafica della cover, in un abbinamento davvero trendy. Questa nuova idea si coniuga anche con un progetto di collaborazione che investirà d’ora in avanti vari blogger: il primo è Alberto Chessa di Brand New Brand, che nel suo spirito goliardico ha realizzato una stampa di emoticon. Un modo per non lasciarsi notare in spiaggia!
…e terminano così questi giorni di Pitti. All’insegna tanto del divertimento quanto della conoscenza. In barba ai soliti luoghi comuni su moda, blogger e “carnevalate” che uccidono l’intelligenza delle persone che ci credono.