Tutti nella vita abbiamo sperimentato l’idea che cambiando il nostro corpo le cose sarebbero cambiate. Che non solo il nostro corpo sarebbe stato diverso, ma che noi stessi saremmo stati diversi e che le altre persone ci avrebbero giudicate diversamente.
E ogni volta che, guardandoci allo specchio, analizzavamo ciascuna parte del corpo e il suo cambiamento, traducevamo tutto questo in successi o, per lo più, fallimenti personali.
Eravamo noi stessi insomma che ci giudicavamo più duramente di tutti.
A questo punto, l’unica opzione restava quella di imparare a zitti il proprio criticismo interiore. Ma questo non migliorava la situazione perché i pensieri negativi fanno parte di noi.
Come si può quindi imparare a rispettare il proprio corpo?
C’è una regola semplice: non associare più la forma del corpo ad un valore personale e morale. Se guardandovi allo specchio avete la pancia e vorreste tanto criticarla perché così diversa dagli addominali da tartaruga, ricordate che non c’è niente di sbagliato ad avere, in questo momento della vostra vita, quella pancia. L’essere piatto non è il solo modo in cui le pance esistono. E che tutti i segni raccontano la storia di ciò che quella pancia e quel corpo ha attraversato.
Questo non vuol dire che, guardandovi allo specchio, vi amerete di più. Che deciderete che la vostra pancia resterà così per sempre. Avrete semplicemente la libertà di non permettere ai pensieri sul corpo di governare la vostra vita o spazi preziosi della vostra mente.
Riformulerete i vostri pensieri, imparando a rispettare il vostro corpo, indipendentemente dal suo aspetto.