Giugno è il mese dei Pride nazionali, un mese per ricordare e celebrare le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, queer, intersessuali, asessuali, non binarie e genderfluid. Ma il Pride divide. Per alcuni è una pagliacciata fatta di mutande e gadget arcobaleno. Per altri ha una molteplicità di significati. Per questo il Pride non è un evento per tutti. Ma solo perchè non sia per tutti non vuol dire che non ce ne sia ancora bisogno.
Ecco quindi 5 motivi per cui abbiamo ancora bisogno del Pride.
Il Pride come senso di appartenenza ad una comunità
La comunità LGBTQI è più grande di una singola persona o di un singolo gruppo, e a volte è difficile ricordarselo. Avere un senso di comunità è uno dei più potenti e gratificanti sentimenti al mondo, e questo è esattamente ciò per cui le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, queer, intersessuali, asessuali, non binarie e genderfluid hanno combattuto. Siamo in un mondo dove ci sono (purtroppo) ancora persone che vengono attaccate per il modo in cui sono, per il modo in cui esprimono se stessi e per chi amano.
Ma non è solo questo: il Pride significa dimostrare di esistere e di creare un senso di appartenenza per le persone che non lo hanno. Significa dare una speranza alle persone affinché possano credere che la cose andranno sempre meglio. Guardarsi intorno e sapere che si è in un ambiente amorevole, che si è circondati da chi, ad un certo punto, si è domandato “chi sono?” senza vergogna o paura di ciò che avrebbe scoperto.
Il Pride come forza per i nuovi membri della comunità
Il Pride ad esempio puó essere importante per i nuovi membri della comunità; per quelli che essere “differenti” è ancora una cosa nuova. Senza Pride, queste persone potrebbero restare intrappolate in un condizione mentale ed emozionale dove credono che sarebbero soli se facessero coming out. Quasi tutti ci sono passati. La paura è una cosa reale. La vergogna è una cosa reale. E non importa quanto gli amici più vicini ci provino (se si è abbastanza fortunati ad averli), una persona lesbica, gay, bisessuale, trans*, queer, intersessuale, asessuale, non binaria e genderfluid potrebbe non credere che le cose miglioreranno. Il mondo ci mostra, troppo spesso, quanto può essere difficile la vita di una persona LGBTQI.
Il Pride è una zona di conforto e un posto di salvezza per molte di queste persone. É una porta aperta alle nuove possibilità. É una prova per queste persone di poter essere amati proprio come gli altri, e che essere lesbiche, gay, bisessuali, trans*, queer, intersessuali, asessuali, non binarie e genderfluid non è sinonimo di essere soli.
Il Pride come celebrazione dei diritti raggiunti
Dall’altro lato il Pride è anche necessario per celebrare coloro che nella comunità LGBTQI hanno combattuto per arrivare dove siamo oggi. Hanno combattuto affinchè potessero condurre liberamente le loro vite con il rispetto che meritano. Questo non vuol dire non combattere più, ma solo prendersi del tempo per celebrare e onorare i diritti che si hanno. Il Pride è un mezzo potente per mostrare che queste persone hanno sconfitto coloro che volevano (e vogliono) che l’essere lesbiche, gay, bisessuali, trans*, queer, intersessuali, asessuali, non binarie e genderfluid sia qualcosa da nascondere o di cui vergognarsi.
Il Pride come orgoglio
“Sì ok, ma perchè celebrarlo? Le persone etero non celebrano la loro eterosessualità!”. Un dubbio legittimo. Ma le persone etero e cisgender sono le persone più visibili sul pianeta terra, non solo per il loro numero, ma perché le loro relazioni, sessualità e espressioni di genere sono viste come espressioni “della norma”.
In pratica, le persone etero e cisgender celebrano la loro eterosessualità tutti i giorni, ogni giorno, in ogni parte del mondo. E nonostante la narrativa di estrema destra afferma che i “gay” stiano conquistando il mondo, per la maggioranza delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, queer, intersessuali, asessuali, non binarie e genderfluid è ancora un disagio (nel migliore dei casi) o pericoloso (nel peggiore dei casi) esprimersi per come si è.
In tanti Stati i diritti e la dignità non sono completamente protetti dalla legge tant’è che esistono molti movimenti aggressivi che cercano di opprimere ed emarginare le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, queer, intersessuali, asessuali, non binarie e genderfluid e le loro relazioni. Quindi, mentre assistiamo agli enormi progressi nella lotta per l’uguaglianza, l’inclusione e i diritti LGBTQI, la realtà è che siamo incredibilmente lontani dall’essere pienamente uguali in ogni ambito della società. Ed è per questo che il Pride è così importante.
Il Pride come festa
Certo, in mezzo a tutte le cause e i significati più profondi, il Pride è anche un momento di festa, di relax e di libertà in pubblico. Persone di tutte le forme, dimensioni, religioni, etnie, razze e culture marceranno per le strade, forse a torso nudo o forse anche in mutande. Ma questo non ha a che fare con l’essere iper-sessuale o promiscuo: è un’esibizione radicale di liberazione e sicurezza, evitando di cadere nella sessuofobia che tanto la comunità LGBTQI quanto le persone etero e cisgender combattono.
I Pride sono cominciati come sovversive manifestazioni di luce nel mezzo dell’oscurità dell’odio e della paura e oggi, per molti, mantengono ancora questo importante significato e potere. Nell’epoca del #MeToo e della pericolosa deriva che la bellezza sta prendendo come “scusa” per giustificare le più atroci violenze, sfilare “mezzi nudi” per le strade ha un significato davvero importante.
Per questi motivi, il Pride non è per tutti. Per alcune persone, anche LGBT+, è qualcosa di troppo grande. Altri non si sentono a loro agio. E non c’è di male in questo. D’altronde, continuare a colpevolizzare chi non partecipa al Pride è frutto della stessa intolleranza di chi crede che il Pride sia una pagliacciata. Ma finché ci sarà chi ha bisogno del Pride, bisognerà continuare a organizzarli e a marciare.
Quando tutti saranno trattati in maniera egualitaria, non importerà più chi si è e chi ama e saremo tutti più liberi
– Barack Obama