Ormai siamo tutti stufi di sentir parlare di Body Positivity. D’altronde chi può essere contro qualcosa che fa parte di noi come il corpo?
Il fatto è che l’idea della Body Positivity è oggi abbracciata da molte aziende e da gruppi di persone che pensano di risolvere le loro lotte personali sul corpo mettendo al primo posto la loro autostima, ma che poi negano quelli sono i pilastri base della Body Positivity.
Body Positivity infatti non significa semplicemente stare bene o voler stare bene nella propria forma fisica.
Per quanto questi siano concetti assolutamente positivi, soprattutto per chiunque abbia mai lottato con la propria autostima, la Body Positivity parte dall’accettazione dell’essere grassi. Perché le esperienze delle persone grasse differiscono da quelle di esseri umani di dimensioni normali da sempre e quindi meritano il loro spazio di discussione.
Cosa non è la Body Positivity
Ma la Body Positivity è un movimento che sostiene anche i corpi di colore, i corpi disabili, i corpi trans e dei corpi di chiunque sia oppresso perché non è conforme agli standard di essere in questo mondo. L’obiettivo è quindi sfidare non solo i messaggi sociali che dicono che bisogna essere in un certo modo per essere considerati, ma chi crede che non sia un’etica personale decidere come si è anche se un’altra persona non è d’accordo.
Ovviamente non spetta a me dire cosa sia davvero la Body Positivity. Prima di tutto perché non è parlando in termini di “cosa è davvero e cosa non” che si arriva ad un risultato concreto. Questo non aiuta concretamente nessuno, non aiuta a creare relazioni con gli altri o spunti di riflessioni. Quello che però possiamo fare tutti è imparare a supportare le prospettive delle persone che cercano un benessere e un equilibrio nelle loro vite e nelle loro esperienze individuali, anche se non siamo d’accordo su cosa questo significhi per noi.
La colpa dell’odio verso le persone grasse
Ad esempio la logica che segue ovunque una persona grassa è quella della dieta o di qualsiasi cosa aiuti a dimagrire. La gente é sempre ansiosa di dire tutto quello che stanno facendo per evitare di ingrassare. E nonostante oggi le informazioni, i fatti e la scienza dimostrino che questi tentativi di perdita di peso possono alterare il funzionamento del corpo e il metabolismo rallentandolo ancora di più, e lasciando la persona ancora più grassa di prima, è facile imbattersi in chi ancora consiglia di dimagrire come risoluzione a tutti i problemi.
La cosa più esasperante però è che chiunque parli in questo modo si senta escluso da qualsiasi responsabilità per come sta trattando una persone grassa. E fa ricadere la colpa dell’odio nei confronti delle persone grasse sulle persone grasse stesse. Perché loro alla fine stanno solo dicendo che devi perdere peso. Che se ci metti un po’ di forza volontà alla fine ci riesci. E così non devi più preoccuparti di come il mondo ti tratta.
Sei tu che devi dimagrire, non loro che dovrebbero trattare le persone come essere umani, altrettanto degne di rispetto. Non sono loro che non devono giudicare e che non devono trattare con disprezzo gli altri. Sei tu che devi dimagrire perché, altrimenti, tutto questo un po’ te lo meriti pure. Non solo quindi si aspettano che una persona grassa si assumi il peso dello stigma sociale, ma deve pure interiorizzarlo e capire che è una naturale conseguenza del suo corpo.
Queste persone tendono a minimizzare o riformulare le esperienze delle persone grasse perché il pensiero che vivano una realtà così diversa sembra troppo allarmante e quindi diventa molto più facile negare il danno, minimizzarlo o giustificarlo.
Conclusione: cosa fare
Invece di fare così, chiediamoci sempre se quello che facciamo o diciamo può aiutare o danneggiare qualcuno. Perché anche noi abbiamo la nostra responsabilità verso gli altri e cambiare questi messaggi vuol dire cambiare le menti non solo individualmente, ma proprio come cultura. E probabilmente questa è l’unica cosa che so per certo la Body Positivity può fare.