In materia di profumo gli uomini sono molto più fedeli delle donne. Nella top ten italiana dello scorso anno infatti restava al primo posto Acqua di Giò (profumo del 1996), al terzo Terre d’Hermes (2006) e poi Fahreneit di Dior (addirittura del 1988). In questa classifica però spiccava a gran sorpresa al secondo posto One Million, il profumo di Paco Rabanne che a soli quattro anni dal lancio è riuscito a conquistare una grande fetta di mercato. Il successo era molto legato ad una campagna virale generata dallo spot, reinterpretato da molti utenti su YouTube, in cui ad un ragazzo bastava schioccare le dita per vedere materializzarsi tutti gli oggetti del desiderio.
E’ risultato quindi naturale tentare di bissare il successo con il nuovo profumo Invictus (legnoso/fresco, caratterizzato da un accordo marino, su un fondo di legno di guaiaco, ambra grigia e patchouli) sfruttando il massimo dell’interattività. Il mondo di riferimento stavolta è quello dello sport, dove l’ex campione di rugby Youngquest è tra i giudici di una competizione pensata come un reality show. Sette atleti (emergenti) provenienti da diverse nazionalità e specializzati in differenti discipline conviveranno in una casa (ancora segreta) e si affronteranno in una serie di gare. Per ora sono disponibili i trailer che mostrano il regolamento e i casting nelle sette nazioni, ma è soltanto dal 20 agosto che scopriremmo quali sono gli atleti (e le relative discipline scelte): saranno poi gli internauti a votare il candidato favorito donando al vincitore 50.000 euro per realizzare il suo progetto sportivo.
L’iniziativa è ovviamente accompagnata un spot più classico, assolutamente epico, diretto da Alexander Courtes. Viene seguito un campione (Youngquest, appunto) attraverso il viaggio e l’esperienza di una sua vittoria, dal momento in cui entra nello stadio fino agli spogliatoi. All’interno dello spot, visioni prese dalla mitologia classica esprimono, attraverso una forma iper-realistica, la gloria, le difficoltà, la vittoria … e infine il godimento. Purtroppo, mi dispiace dirlo, quest’ultima parte è ancora una volta legata alla figura femminile vista in maniera sessuale. Essendoci un riferimento alla mitologia classica, è chiaro che il pretesto è stato quello dei Baccanali, e la soddisfazione della vittoria viene interpretato con un riferimento orgiastico. Per me, un inutile luogo comune. Sia perchè il protagonista è un uomo (pare che gli uomini pensino solo a quello!) sia perchè il protagonista è uno sportivo (pare che gli sportivi facciano solo quello usciti dal campo di gioco!).
Per carità, nessuno sperava che uno spot di Paco Rabanne potesse rivoluzionare l’idea che lo sport continua a portarsi di sè al di fuori dei campi, però vista la bellissima iniziativa/reality dai toni molto più “umani” avrei preferito che anche lo spot fosse meno “carnale”.